domenica 28 marzo 2010

Un incontro inaspettato

Oggi, giorno di sole. Oggi il caldo mi ricorda che presto la mia stagione andrà in letargo. Ma voi sapete bene che Pick resiste e ci sarà, quindi non siate tristi. Oggi Pick, come sempre (e per sempre) è felice.

Vagabondo, per le strade. Accompagno papà nelle cose di tutti, o quasi, i giorni.
Hai imparato a conoscermi, sono un menestrello che suona racconti. Sono un calzino che osserva, nella fremente attesa che qualcosa capiti intorno a me. A volte è interessante, a volte la logica è poca. Alcune volte ti incuriosisco osservandoti da un punto di vista a te estraneo. A volte imparo e tu mi insegni. Amo la mia stella, ormai compagna di vita, e l'attesa per il buio e per la notte.

Oggi, però, è giorno di sole e per il buio c'è ancora tempo. In un giorno di sole possono accadere cose che si aggrovigliano intorno a te, non lasciandoti scampo. Affogherai, legato in te stesso e su te stesso, in pensieri ed emozioni.

Il sign. P. scende dalla macchina accompagnato da una signora forte ed elegante, compagna da sempre. Dove siamo, per questa volta, non importa. Fratellino, fidati di me, e leggi ancora.

I capelli sono bianchi ed il viso sofferente. Ma mi accorgo che non è dolore di oggi, di ieri. E' qualcosa di più vecchio, di più saggio. Il sign. P. ne ha viste ben più di Pick e forse per lui sono il meno che possa esistere al mondo, nel suo mondo prima sottratto e che poi con forza si è ripreso. Il sign. P. quasi novanta anni fa ha visto il primo giorno di sole e oggi è di nuovo giorno di sole. Quanti ne sono passati in mezzo? A te, amico mio, l'ardua sentenza.
Il sign. P. ha un filo di luce che filtra tra le rughe. Gli occhi, stanchi, parlano ancora come un tempo. Ricordo i pomeriggi nei quali mi raccontavi le tue storie. Ricordo che ti chiedevo sempre di portarmi con te, indietro nella tua vita difficile. Abbiamo viaggiato insieme su quei binari freddi che portavano dove ogni speranza è persa. Sei un testimone della storia e questo ti rende prezioso.
Ma oggi voglio parlare di te, di quello che sei adesso. Voglio essere parte di questo incontro, inaspettato, in fondo... più giù, fin dove posso avventurarmi. Quello che sei stato non può raccontarlo qui un calzino, anche se forte del suo colore rosso fuoco. Anche se caldo, come il fuoco rosso. Quello che voglio scrivere oggi, perchè non vada perso, è quello che mi hai lasciato. Oggi, in un giorno di sole.
Contrariamente a quello che puoi apsettarti non sono stati i tuoi occhi, un po' lucidi di stanchezza. Oggi non mi rapito con la tua stretta di mano, anche se forte come sempre. Oggi non è un nuovo racconto che pretendo da te. Tu non sapevi cosa darmi, nulla è stato pianificato. Nulla è preparato. E ti ho visto, sai? Ho visto che hai smesso di pensare, ho visto che le parole ti sono mancate. Non insegarmi niente, non fare sforzi. Oggi.
Ci rivedremo, ne sono sicuro. E' ora di andare. La tua signora, elegante, ti prende sotto braccio. Ma tu non molli, non l'hai mai fatto. Libero da ogni obbligo, da ogni aspettativa e da ogni attesa.
Papà ed io siamo di spalle, verso lontano. Poi mi chiami e girandomi ho visto le tue braccia aperte. Quel tuo sorriso lo ricordo. Tremi, e non solo per l'emozione.
La voce non è più quella ferma di un tempo: "ti ho voluto bene, sempre".
Questo, mi ha detto il Sign. P.

Ti dedico questa giornata di sole. Ti dedico questi pensieri. Ti dedico il mio ricordo di te. Ti dedico ogni speranza di poterti rivedere presto. Ti dedico un abbraccio, che non ti aspettavi, tra le tue braccia rimaste aperte. Ti saluto con una lacrima ma non tu non lo sai perchè nascosta da un sorriso di profondo orgoglio, prima di girarmi di nuovo.... verso lontano.


A Pio Bigo, testimone della resistenza e della deportazione.

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