sabato 18 settembre 2010

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Ehm, sottovoce. Senza disturbare. Mi avvicino, se posso. Se sei ancora dalla mia parte, se mi hai dimenticato e vuoi ritrovarmi. Se mi hai ritrovato, se sei qui o se ci arriverai.
Sono Pick e davanti a te, amico mio, mi inchino su questo piccolo palcoscenico di sogni e immaginazione. Di tempo perduto e, almeno in queste poche righe, ritrovato.
Sono complici poche canzoni ma selezionate con attenzione, afferrate tra tante. Di quelle che arrivano dove devono e partono da lontano, senza mai perdersi.

Pick questa mattina guarda il cielo scuro di pioggia, ascoltando canzoni.

E' un gesto semplice, è un niente visto da fuori. Immaginate, pensate. Un calzino rosso fuoco, seduto molto in basso... immobile a guardare lacrime ascoltando parole. I pensieri e le emozioni sono una faccenda che ancora non mi spiego: in questo momento potrei essere ovunque, con te, fratellino, o completamente solo. Ma tu non lo saprai, tu da lì fuori non vedi e non puoi cercarmi. Sono in una bottiglia di vino vuota e devo fare attenzione perchè ogni più piccola distrazione può farmi tagliare da uno dei mille pezzi pronti ad esplodere in aria.
Però sto qui e mi fermo qui. Mi ritrovo tra le tante belle cose che si inseguono, e che mi inseguono, tutti i giorni. Papà dorme ancora e la mia stella sta brillando. Forse, più tardi, anche lei si fermerà un istante: allora saremo in due, qui, in una bottiglia di vino vuota, ad ascoltare canzoni e giocare a guardarci.
Mi sento dentro le parole, in poche note di una chitarra folk. Mi sento parte della rabbia raccontata con voce rauca e di storie che non mi appartengono ma è come se le avessi vissute tutte. Penso ad amici, vicini e lontani. Penso a quali fratellini porterei con me sulla luna, penso porterei tutti. Vorrei abbracciarti.

Guardo lacrime e ascolto parole, in una delicata bottiglia di vino vuota.

Pick


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